Sono tante le fonti, comprese le più autorevoli nel settore, ad avere una propria definizione di BIM. Questo non aiuta certo a evitare l’insorgere di fraintendimenti, o comunque discrepanze, quando si parla di questo argomento tra BIM specialist, BIM manager e utenti che utilizzano software BIM, in generale. Cerchiamo quindi di sfatare qualche mito e chiariamo definitivamente cos’è – e cosa non è – il BIM.
Mito #1: il BIM è solo per architetti.
“Un luogo comune sul BIM è che questo sia solo per architetti“, ha affermato Stark. Una delle concezioni più diffuse eppure più sbagliate quando si parla di BIM. Come per quanto riguarda CAD, è facile dare per scontato che il BIM sia usato solo per i grattacieli che si vedono quando si guida attraverso una grande metropoli. La realtà, è che bisognerebbe spostare lo sguardo verso il basso, perché persino la strada potrebbe essere stata progettata – in parte – utilizzando un software BIM. La concezione che il BIM sia solo per architetti deriva dal fatto che i settori dell’edilizia e dell’architettura sono stati tra i primi ad adottare questo paradigma, che è tutt’altro che estraneo ad altri settori, anche tra i più impensabili.
“Si potrebbe sostenere che anche l’ingegneria strutturale lo utilizzi da molto tempo“, ha commentato Concannon. “Ancor prima che gli architetti costruissero edifici 3D, gli ingegneri strutturali lo facevano per eseguire analisi complesse. Il BIM è per tutti.”
Di fatto, ecco alcuni dei settori legati al mondo delle costruzioni in cui il BIM è incredibilmente diffuso (e utile):
- Architettura e progettazione edile
- Ingegneria civile e strutturale
- Energia e servizi
- Autostrade e ingegneria stradale
- Rilievo paesaggistico e territoriale
- Architettura offshore e marina
- Ingegneria dei trasporti ferroviari e metropolitani
- Tunneling e architettura delle metropolitane
- Pianificazione urbanistica e progettazione di città intelligenti
Insomma, il BIM non è solo per gli architetti.
Mito #2: il BIM è solo uno strumento di progettazione.
Sebbene il nucleo tecnico del BIM sia la sua parte software di modellazione 3D e gestione delle informazioni, questo non è da intendersi solamente come un CAD particolarmente creativo e trasversale. È vero, dal punto di vista software BIM può somigliare molto a CAD, ma è importante fare una serie di distinzioni, come evidenziato anche da Concannon.
“Penso che molte persone inizialmente pensassero al BIM come un nuovo modo di fornire un progetto, quindi lo vedevano come un sostituto dei prodotti CAD con alcuni miglioramenti aggiuntivi, ma questa è solo la punta dell’iceberg. Quando si guarda al BIM, lo si deve considerare non solo come il mezzo con cui realizziamo i nostri progetti, ma anche come il mezzo con cui interagiamo, collaboriamo e utilizziamo la miriade di strumenti a nostra disposizione“.
“La parte più importante del BIM è l’aspetto legato alle informazioni“, ha specificato Concannon. Il BIM, infatti, riguarda innanzitutto le informazioni: non si limita a creare un modello 3D visivamente accattivante dell’edificio, ma crea numerosissimi livelli di metadati e li visualizza all’interno di un flusso di lavoro collaborativo. È perfettamente possibile creare un modello CAD 3D con software BIM tralasciando i metadati e le pratiche di collaborazione, certo, ma non è possibile creare un modello BIM corretto senza il software CAD 3D.
Allora perché equipariamo il BIM a un software? Perché il software, in fin dei conti, è il modo concreto in cui viene proposto il BIM. Dopo tutto, non si può vendere un flusso o una metodologia di lavoro: spetta all’utente stabilirlo. Il processo BIM richiede l’uso di un insieme coerente di modelli generati dal computer e il modo più semplice per farlo è con un software che tutti usano per accedere allo stesso progetto. Per creare un modello BIM adeguato è necessario essere in grado di creare e combinare tutti i livelli di informazioni dei diversi sistemi in un unico modello “principale”. Questo è possibile standardizzando il software usato dai differenti membri del team, così da consolidare tutte le informazioni rilevanti; un principio chiave del BIM.
Mito #3: il BIM arriva in una scatola
Basta andare da un rivenditore e ritirare una copia del BIM. Facile. Come comprare una torta, no? Il problema è che, sebbene il BIM sia tecnicamente un software, non lo si può pensare affatto come tale. Il BIM non è solo uno strumento di progettazione. Certamente, puoi acquistare il software BIM e iniziare a usarlo per creare disegni… ma il BIM non è questo. La ristrutturazione dei flussi di lavoro è una parte essenziale del BIM; per implementarlo correttamente dovrai impegnarti a cambiare il modo in cui lavori insieme ai membri del tuo team. Adattarsi al nuovo sistema non sarà facile, ma ne varrà la pena sul lungo termine.
Guardiamo a un esempio concreto: il caso Gensler. Quando l’azienda ha iniziato a implementare il BIM Concannon ha avuto un ruolo chiave. “Quando sono entrato in Gensler, circa otto anni fa, ho portato il processo BIM da quello che inizialmente era un progetto di base in un paio di uffici a essere un processo che avremmo implementato in tutta l’azienda“, ha spiegato Concannon. Oggi, ogni ufficio di Gensler utilizza il BIM nella misura più adatta ai suoi bisogni. Anche quando non è specificamente richiesto da un cliente, lo studio utilizza il BIM perché questo aiuta il processo di progettazione.
“La tecnologia BIM ci ha reso molto più facile il passaggio attraverso le molteplici iterazioni di progettazione e il poter scavare più a fondo nel processo per trovare la soluzione ottimale“, ha affermato Concannon. “Non usiamo il BIM per diventare più efficienti: usiamo il BIM per diventare più consapevoli e per avere un risultato migliore.”