Il Building Information Modeling (BIM) si sta insinuando sempre più nel mondo AEC (Architecture, Engineering and Construction) al punto da poter essere considerato un tema fondamentale per i professionisti del settore. Tant’è che moltissime aziende, e persino le istituzioni, scelgono sempre più spesso di imporre l’uso di software BIM per progetti su larga scala. Tuttavia, il Building Information Modeling rimane un argomento complesso e tutt’altro che intuitivo, che a molti professionisti del settore non è ancora chiaro.
Cos’è il BIM? Cosa può fare? Come funzionano i software BIM?
Ad ogni domanda, inevitabilmente, corrispondono diverse risposte, che aprono le porte a una serie di possibilità, idee e opinioni… per lo più sbagliate. Questo crea ulteriori barriere per coloro che cercano di adottare il BIM, avvicinandosi a questa metodologia di lavoro. Vediamo quindi di chiarire qualche perplessità e rispondere correttamente ad alcune delle domande più comuni.
Quindi… Cos’è il Building Information Modeling?
Potrebbe sorprendere, ma il BIM non è una novità. Apparse per la prima volta già nel 1962 quando Douglas Engelbart scrisse l’articolo “Augmenting Human Intellect: A Conceptual Framework” descrivendo come un architetto inserisca specifiche e dati nel progetto di un edificio osservandone la struttura prendere forma: un concetto molto simile alla moderna modellazione parametrica. Il termine “BIM” per come lo conosciamo oggi apparve per la prima volta negli anni ’90, ma la recessione ne rallentò notevolmente la diffusione. Forse proprio in quanto tardivo, il BIM può sembrare incutere un po’ di timore negli utenti CAD abituali, ma il passaggio da CAD a BIM è tutto fuorché una novità, ed è importante concentrarsi su ciò che il BIM ci permette di fare e non sull’iniziale sforzo richiesto dalla transizione. Ma quindi, esattamente, cosa si può fare con questa metodologia?